Questo blog è come un diario dove troverai le mie personali recensioni sui romanzi che ho letto e le opinioni sul mondo editoriale. Niente sdolcinature ma solo critiche costruttive, come è giusto che sia ;)

19.11.18

L'importanza di chiamarsi "editor"

Riprendo da questo interessante articolo questo concetto: "Il lavoro dell’editor non era quello di ‘normalizzare’ il linguaggio in favore del pubblico sovrano, ma di esaltare la sovrana e specifica qualità dello scrittore."
Mi chiedo: gli editor dei giorni nostri lavorano ancora per migliorare lo stile e la "voce" dell'autore? O piuttosto ci mettono del loro, stravolgendo spesso i testi in modo arbitrario e opinabile?
Ho la sensazione, leggendo i libri pubblicati ultimamente, che i romanzi siano scritti tutti dalla stessa persona. Dove sono finite le "voci" dei singoli autori? Quel "qualcosa" nel modo di scrivere, di descrivere o semplicemente di narrare che caratterizza ogni grande autore che si rispetti?
Tutte le volte che leggo i ringraziamenti degli autori alla fine dei loro romanzi in cui incensano il lavoro svolto dai loro editor, spesso mi ritrovo a pensare: quanto di quello che ho letto è farina del sacco dell'autore e quanto invece quello dei vari editor?
Ecco, personalmente, molti libri beneficerebbero di una valida scheda di valutazione con suggerimenti e idee piuttosto di una figura che decida come riscrivere e sistemare l'intero testo. In fondo è lo scrittore che dovrebbe migliorare il testo, non lasciarlo fare a qualcun'altro, sebbene professionalmente competente, ma che comunque ha una sua idea personale sul "mondo editoriale". Alla fin fine, ci scommetto, davanti allo stesso testo, editor diversi troverebbero sempre pecche differenti.
Lo scrittore cosa dovrebbe fare dunque? Tutto quello che gli si dice, d'altronde è il prezzo per essere pubblicati no?! E tanti saluti allo stile personale e alla propria "voce".


15.10.18

"Zona infetta" di Giustina Gnasso

Questo breve romanzo adotta una scelta narrativa un po' azzardata. Il ritmo della narrazione, che all'inizio è frantumato in capitoli dove vengono elencati alcuni episodi della vita abitudinaria dei personaggi, accelera nel momento in cui i protagonisti lottano contro gli "inquinati". 
La prima parte appare in questo modo tediosa in confronto all'episodio che è il centro focale del romanzo stesso e che, purtroppo, è relegato in soli tre brevi capitoli. 
L'argomento trattato è tuttavia interessante e la presenza di una poesia nell'ultimo capitolo è piacevole.


"Paris is only a background" di Cristina Contilli

Questa storia offre degli spunti narrativi interessanti in quanto narra la vicenda amorosa di due personaggi realmente esistiti. Tuttavia, sebbene le premesse siano ottime, la brevità dei capitoli non riesce a dare fluidità alla storia perché poco approfondita e di conseguenza il racconto sembra un insieme di episodi fini a se stessi. La lettura, scorrevole e lineare, rimane comunque piacevole.

"Il meglio deve ancora venire" di Chiara Ruggiero

Questo libro racconta l’esperienza dell’autrice con l’associazione W.W.O.O.F. (World Wide Opportunities Organic Farm). Le vicende narrate si svolgono in Inghilterra e sono narrate in prima persona. La narrazione risulta in questo modo personale: con le opinioni e le introspezioni che l’autrice aggiunge per spiegare gli accadimenti vissuti in prima persona. Essendo un testo autobiografico la vicenda personale della coppia protagonista risulta in primo piano rispetto al progetto del W.W.O.O.F. infatti, fin dalle prime pagine, l’autrice racconta e analizza la personalità del proprio compagno soffermandosi spesso in considerazioni estremamente personali. 
La lettura è scorrevole e piacevole e trovo interessante la conclusione che motiva la scelta del titolo.

"Il velo che ricopre le tenebre" di Gerardo Guerra

Questo libro racconta le vicende di alcuni ragazzi alle prese con un libro misterioso. La storia, narrata in prima persona e ambientata ai giorni nostri, si intreccia ai concetti esoterici di stregoneria, ombre e demoni per sfociare in un finale da genere fantasy-thriller. 
Se devo essere sincera la storia di per sé non è male anche se avrei preferito un maggiore approfondimento del racconto sulla strega che si alterna alla trama del romanzo solo per i primi otto capitoli dei ventitré presenti.  
Inoltre l'impaginazione del romanzo risulta essere leggermente caotica non tanto per i dialoghi in stile "sceneggiatura" ma per alcune frasi scritte tutte in corsivo o scritte senza spazi, e soprattutto per le note (che dovrebbero essere a piè di pagina o a fine libro) scritte semplicemente in minuscolo e inserite nella narrazione, che viene così spezzata a tratti da paragrafi esplicativi che rallentano lo svolgersi delle vicende narrate.
Ho infine apprezzato la descrizione della città di Praga dove si svolge parte della storia e trovo interessante l'idea dell'autore di impostare il libro come una sceneggiatura e non come un "romanzo". 


"La morte è soltanto il principio" di Rita Carla Francesca Monticelli

Questo ebook è ispirato alle vicende legate al film "La Mummia". Il testo è quindi poco originale in quanto i protagonisti sono gli stessi del film e la trama è praticamente la continuazione di quello che si è visto al cinema. Non ci sono novità interessanti nello sviluppo della storia e, anzi, vengono ripetuti gli stessi colpi di scena del film (come il ritorno alla vita della mummia e altri). I personaggi non evidenziano caratteristiche innovative rispetto alla trasposizione cinematografica e nel complesso l'autrice non aggiunge nulla di proprio al testo.
Sembra quindi, più che un testo ispirato ad un film, un vero e proprio copia-incolla o un remake dello stesso. La narrazione è comunque scorrevole e la lettura è semplice e poco prolissa.

16.9.18

Il premio Campiello e i suoi autori "meritevoli"

Ieri ho guardato con interesse la diretta su rai5 della premiazione del libro vincitore della 56a edizione del premio Campiello.
Devo ammettere che non mi sono affatto annoiata (cosa che temevo all'inizio). I due conduttori sono stati abili nel rendere interessanti le cinque presentazioni dei libri finalisti con battute ironiche e domande anche divertenti ai vari autori. 
Ho apprezzato l'idea di "svecchiare" la letteratura con le clip di bambini che discutevano (a modo loro) dei libri finalisti tuttavia ho avuto l'impressione che al centro dell'attenzione ci fossero gli autori, e solo di conseguenza i loro libri. Questo è stato lampante quando sullo schermo, invece di apparire i titoli dei libri, apparivano in ordine di importanza i nomi degli scrittori.
Ora, sarà che sono una comune lettrice e che, francamente, il nome dello scrittore di turno mi passa per la mente dopo due minuti, ma non dovevano essere i libri i veri protagonisti della serata?
Dato che non è così per una volta non analizzerò i libri (anche perché non li ho letti); qui le quarte di copertina. 

Mi sono quindi chiesta chi fossero questi cinque romanzieri.
Partiamo dalla vincitrice Rosella Postorino che si è definita editor (oltre che scrittrice), ha pubblicato già sette libri e vinto, oltre al premio Campiello, quattro premi letterari.
Francesco Targhetta, il secondo classificato, è un docente di liceo. Ha pubblicato delle raccolte di poesie e ha vinto due premi letterari.
Helena Janeczek, arrivata terza, con il suo libro ha vinto il premio Strega 2018. Collabora e scrive per diversi giornali, è cofondatrice di un blog letterario ed è organizzatrice di un festival sempre letterario.
Ermanno Cavazzoni ha pubblicato dodici libri, oltre al romanzo in gara, e da un suo libro Fellini ha creato la sceneggiatura per un suo film.
L'ultimo è Davide Orecchio, due libri già pubblicati e un premio letterario ricevuto.
Ora, questi cinque autori, non per criticare o trovare il pelo nell'uovo, ma un pochino le "mani in pasta" nel mondo editoriale ce le hanno o no?! 
Inoltre pure il vincitore del premio opera prima è un giornalista (e non giornaletti di quartire ma per Il Foglio e Il Corriere della Sera).
Ho l'impressione, vaga eh!, che chi arriva in finale a questi premi letterari prestigiosi abbia una corsia preferenziale e francamente, da lettrice, un pochino di delusione c'è.



27.6.18

Opinioni sul XXXI Premio Calvino

La rivista Cadillac ha pubblicato i finalisti del Premio Calvino di questo anno. 
Leggendo i vari incipit mi sono chiesta se il modo di scrivere come un telegramma sia divenuto la prassi o se è la moda del momento. Boh! Mi chiedo inoltre se un romanzo alla Tolstoj avrebbe successo in un concorso del genere... temo che la risposta sia negativa.
A ogni modo andiamo con ordine: non ho voglia di soffermarmi sui testi che reputo scritti in modo fin troppo scarni e, appunto, telegrafici come Il grande vuoto (l'autore è stato finalista del XXIX Calvino e con svariate pubblicazioni alle spalle... alla faccia dell'esordiente!) e Omeopatia Omeocrazia.
- Il faraone mi ha illuso che parlasse dell'Egitto e invece parla di un tizio vicino a Berlusconi. L'argomento non mi interessa e la scrittura, con dei termini desueti, annoia.  
- Si arriva a Elena di Sparta... Dall'incipit sembra si stia narrando le vicende di una Elena qualsiasi. L'ambientazione storica è parecchio latente e i pensieri della protagonista la fanno sembrare la classica "principessina" viziata e odiosa che pensa solo al suo benessere fisico. 
Non ci sono più le protagoniste di una volta?!
- Sinfonia delle nuvole è "la storia inconcludente di un individuo incompiuto" a detta dell'autore... della serie "farai fatica a finirlo?!". Mah! La definizione di non-storia non mi entusiasma e, dato che apprezzo romanzi con un certo filo logico, non è proprio nelle mie corde.
- Trovami un modo semplice per uscirne non è un romanzo ma un dialogo ininterrotto tra due personaggi. Esperimento mal riuscito di imitazione di Aspettando Godot. Illeggibile.
- La sartoria di via Chiatamone è un romanzo, finalmente, con un suo perché. Storia interessante fin dalle prime pagine, è l'unico tra i finalisti che leggerei volentieri.
- L'inverno di Giona: il solito romanzo introspettivo in prima persona.
- Talib, ovvero la curiosità: testo potenzialmente interessante ma non nelle mie corde (i draghi anche no, grazie).

Nota bene: i commenti che non c'entrano con il post verranno eliminati.
Questo vale per tutti i post.