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Leggendo QUESTO articolo riguardante la cinquina del premio Strega 2025 mi sono chiesta se le stroncature del giornalista fossero in linea con il mio pensiero. Di seguito, quindi, la mia personale analisi degli incipit dei cinque romanzi.
- Chiudo la porta e urlo di Paolo Nori: un inizio parecchio noioso con i capitoli fin troppo corti e le frasi ancora di più! Un concentrato di aneddoti che non hanno un filo logico... Che dire! Non vale la pena di continuare la lettura.
- Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia di Michele Ruol: due cose fastidiose di questo "incipit": 1. il fatto che i protagonisti non abbiano un nome e quindi non ricordo un tubo della storia (chi ha fatto cosa, madre? padre?...) 2. i dialoghi senza un minimo di virgolettato. Solo frasi buttate alla rinfusa e io, lettore, devo pure perdere tempo a capire se è un dialogo diretto o un pensiero o una battuta o che so io?! ( non ci siamo). La storia, anche con queste due odiose caratteristiche, potrebbe essere interessante. Merita di essere letto? Forse...
- L'anniversario di Andrea Bajani: romanzo che parla della madre (dell'autore o di un'ipotetica madre non so). Romanzo già vincitore dello Strega Giovani 2025 e quindi, forse, di per sé promettente... Boh, io ho trovato l'inizio molto descrittivo e lento, forse si ripiglia andando avanti...
- Perduto è questo mare di Elisabetta Rasy: il libro inizia con un funerale (allegria!) e poi continua con aneddoti riguardanti il padre della protagonista. Lettura che invoglia a continuare? Anche no.
- Quello che so di te di Nadia Terranova: l'inizio parla della bisnonna della protagonista che viene rinchiusa in manicomio, poi si narra delle vicissitudini dell'essere una neo mamma e della voglia di riavere le mestruazioni (sul serio?!). La storia della bisnonna probabilmente è interessante, quella della puerpera decisamente no.
CONCLUSIONE: non ho intenzione di stroncare in toto questi romanzi, come invece ha fatto l'articolista sopra citato, però (ovviamente c'è un però) possibile che in tutti e cinque si narra di gente morta? E tutti e cinque scritti in prima persona! Come se fossero delle pseudo biografie... Che noia! Possibile che tra i papabili non ci fosse un romanzo meno deprimente di questi? Con una storia che ti incolla alla pagina fin dalle prime frasi? No eh?!
Ho trovato la figura del commissario molto realistica e mi è piaciuto l'uso del dialetto per enfatizzare la parlata locale. Decisamente una lettura piacevole.
Romanzo che mescola l'antica storia egiziana del faraone Akhenaton e di suo figlio Tutankhamon con una trama di spionaggio da guerra fredda (spie inglesi contro un gruppo di antisionisti). Il collegamento tra le due epoche è la scoperta della tomba del faraone Tutankhamon e il fantomatico ritrovamento di alcuni papiri, che raccontano dell'esodo biblico di Mosè durante il regno di Akhenaton (!).
Se devo essere sincera quando ho letto di Mosè fratellastro di Akhenaton ho storto il naso dato che (cito dalla Treccani) "sull’epoca della vita di Mosè e dell’Esodo, prevale oggi la tesi che essa sia il 13° sec. a.C. Il faraone persecutore può essere Ramesse II (1279-12 ca.) e quello dell’Esodo Merenptah (1212-02). Trovo quindi l'intera trama decisamente non verosimile oltretutto l'autore è riuscito a inserire perfino Freud, Lenin e Hitler... mancavano solo gli alieni ed era apposto con tutti i complotti che circolano sull'antico Egitto! Ah! e ovviamente non poteva mancare la maledizione della tomba impersonata in un cobra che spunta all'improvviso in momenti inopportuni. Mi aspettavo decisamente qualcosa di più interessante e soprattutto credibile.