Ieri ho guardato con interesse la diretta su rai5 della premiazione del libro vincitore della 56a edizione del premio Campiello.
Devo ammettere che non mi sono affatto annoiata (cosa che temevo all'inizio). I due conduttori sono stati abili nel rendere interessanti le cinque presentazioni dei libri finalisti con battute ironiche e domande anche divertenti ai vari autori.
Ho apprezzato l'idea di "svecchiare" la letteratura con le clip di bambini che discutevano (a modo loro) dei libri finalisti tuttavia ho avuto l'impressione che al centro dell'attenzione ci fossero gli autori, e solo di conseguenza i loro libri. Questo è stato lampante quando sullo schermo, invece di apparire i titoli dei libri, apparivano in ordine di importanza i nomi degli scrittori.
Ora, sarà che sono una comune lettrice e che, francamente, il nome dello scrittore di turno mi passa per la mente dopo due minuti, ma non dovevano essere i libri i veri protagonisti della serata?
Dato che non è così per una volta non analizzerò i libri (anche perché non li ho letti); qui le quarte di copertina.
Mi sono quindi chiesta chi fossero questi cinque romanzieri.
Partiamo dalla vincitrice Rosella Postorino che si è definita editor (oltre che scrittrice), ha pubblicato già sette libri e vinto, oltre al premio Campiello, quattro premi letterari.
Francesco Targhetta, il secondo classificato, è un docente di liceo. Ha pubblicato delle raccolte di poesie e ha vinto due premi letterari.
Helena
Janeczek, arrivata terza, con il suo libro ha vinto il premio Strega 2018. Collabora e scrive per diversi giornali, è cofondatrice di un blog letterario ed è organizzatrice di un festival sempre letterario.
Ermanno Cavazzoni ha pubblicato dodici libri, oltre al romanzo in gara, e da un suo libro Fellini ha creato la sceneggiatura per un suo film.
L'ultimo è Davide Orecchio, due libri già pubblicati e un premio letterario ricevuto.
Ora, questi cinque autori, non per criticare o trovare il pelo nell'uovo, ma un pochino le "mani in pasta" nel mondo editoriale ce le hanno o no?!
Inoltre pure il vincitore del premio opera prima è un giornalista (e non giornaletti di quartire ma per Il Foglio e Il Corriere della Sera).
Ho l'impressione, vaga eh!, che chi arriva in finale a questi premi letterari prestigiosi abbia una corsia preferenziale e francamente, da lettrice, un pochino di delusione c'è.