Questo libro si presta a molte riflessioni in quanto è un romanzo psicologico. L'autore analizza a fondo l'animo del protagonista e le sue vicende ponendosi in un'ottica distaccata, senza apparentemente giudicare le azioni dei personaggi; dando una visione quanto più oggettiva possibile.
Il protagonista, Julien Sorel, è un giovane ambizioso che cerca di farsi strada nell'ambiente borghese francese del 1826, a lui precluso a causa del suo status inferiore di figlio del proprietario della segheria del villaggio.
L'ambizione di potere e il disprezzo per la società sono il filo conduttore di tutta la storia infatti il giovane, animato da questi due sentimenti contrastanti, cercherà di ottenere ciò che vuole: ovvero una posizione sociale migliore.
Il rosso e il nero del titolo sono quindi due simboli che, a mio dire, ricalcano le due anime del protagonista e non la società che viene descritta nel libro. Il rosso infatti può significare la passione e l'arrivismo del giovane e il nero il disprezzo e l'odio che prova per la società e la sua condizione di "inferiore". Il finale tragico, ispirato a un fatto realmente accaduto, è la conseguenza fatale di una vita vissuta in perenne conflitto interiore.
L'analisi introspettiva dell'autore è dunque il pregio maggiore che ho riscontrato in questo libro che avviene non tramite spiegazioni filosofiche/religiose, descrizioni prolisse e giudizi soggettivi dello scrittore, ma attraverso la semplice narrazione dei fatti.
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